Le azioni faticose

È sempre un compito difficile “catalogare” i comportamenti umani. Ma una cosa è certa: ogni sforzo umano avviene in vista di un adattamento ad una situazione, qualunque essa sia, si tratti di aprire una porta come di sposarsi.

Esiste perciò una gerarchia delle varie difficoltà di adattamento, e conseguentemente delle quantità di energia spese. Non sempre il soggetto avverte queste azioni che lo esauriscono, molte infatti sono inconsce. Ma inconsce o no, esse nondimeno compiono il loro lavoro di distruzione. Penso che l’ambiente familiare sia una delle fonti più “feconde” di esaurimenti e depressioni (queste ultime si manifestano allora con ritardo).

Qui entra in gioco il grave problema dell’educazione.

Alcuni adolescenti portano dentro di sé un numero inaudito di disadattamenti: ognuno di essi ha una carica emotiva. Inoltre la vita all’interno della famiglia è un continuo problema di adattamento reciproco. Si trovano di fronte caratteri diversi, che esigono un adattamento flessibile e comprensivo. Si creano urti inevitabili; e tutto va bene finché questi urti vengono immediatamente liquidati: sia per mezzo dell’equilibrio della persona, sia con una spiegazione, sia con una reazione di rabbia. Cioè tutto va bene se avviene la “scarica”. Molte volte è proprio questa scarica che non avviene, e la cosa è frequente nei bambini, quando si trovano in contrasto con i loro genitori. La scarica (collera, rimproveri) non si verifica perché il codice morale, che regola i doveri dei ragazzi, lo vieta assolutamente. Nasce allora il lavorìo mentale, carico di emozioni, che può diventare una grossa sorgente di stanchezza. Si pensi quindi al numero considerevole di anni durante i quali possono prolungarsi e alimentarsi i vari disadattamenti emotivi…

Ho avito modo di constatare che anche la religione, quando è male interpretata, è spesso un terreno favorevole di esaurimento e depressione. Tutto dipende dall’educatore religioso e dalle predisposizioni del soggetto. Numerosi sono gli adolescenti che portano dentro si sé l’angoscia e la paura della religione. Molto spesso i disturbi della sessualità negli adolescenti si mescolano alle idee sbagliate di un Dio crudele, vendicativo e impietoso. Potrei citare i danni prodotti dalla masturbazione, non per la masturbazione in se stessa, ma per le emozioni e i rimorsi che provoca, contrapposta ad una educazione mal concepita e abbassata al rango di un crudele codice morale.

 

estratto da: Che cos’è la psicologia – di Pierre Daco (1917 – Koksijde, 1992).

Pierre Daco

È stato uno psicologo e psicoanalista belga.

Discepolo di Charles Baudouin e Carl Gustav Jung, si laurea presso l’Institut de Psychotherapie internazionale a Bruxelles, era membro dell’Institut International de Psychothérapie e della Fondation Internationale de Psychologie Analytique.

Le sue opere, scritte in linguaggio semplice e pubblicate in edizioni economiche, hanno contribuito alla divulgazione e popolarizzazione della psicologia in occidente negli anni settanta del Novecento.

Visti con una certa diffidenza dagli ambienti accademici e dalle élite culturali, i suoi testi sono stati tradotti in più lingue e più volte ristampati. In Italia è edito da Rizzoli.

Oltre a libri accademici ha pubblicato anche volumi su temi di viaggi e turismo.

Opere in italiano

Che cos’è la psicologia, trad. di Angelo Toninelli e Liliana Basile, Firenze: Sansoni, 1966; Biblioteca universale Rizzoli, 1982
Che cos’è la psicanalisi, trad. di Silvana Gottardi, Firenze: Sansoni, 1967; Biblioteca universale Rizzoli, 1982
Le donne, trad. di Virginia Pagani, ed. italiana a cura di Paolo Mastrogiovanni, Assisi: Cittadella, 1975
L’interpretazione dei sogni, trad. di Angelo Toninelli, Firenze: Sansoni, 1980
La nuova psicologia, trad. di Neva D’Erli, Milano: Rizzoli, 1991

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